La vittoria degli Oscar ha ufficialmente concluso il percorso professionale de La forma dell'acqua, che continuiamo però ad approfondire con i nostri articoli e novità.
Dopo averla più volte annunciata, è finalmente online sul sito l'approfondita recensione, che per l'occasione abbiamo voluto affidare a una penna femminile, in grado di analizzare la peculiare sensibilità dell'opera.

È quindi nostra gradita ospite per l'occasione Ilaria Dall'Ara, collaboratrice di Nocturno Cinema e non solo, come spiega la sua mini-bio:
Nata a Torino, fin da bambina si nutre di cinema a tutto tondo, sviluppando una forte e viscerale passione per il genere thriller, horror e sci-fi. Oltre a Nocturno, collabora con diverse testate web tra cui CineClandestino e indulge nel collezionismo ossessivo-compulsivo di dvd, blu-ray e gadgets. Carpenter, Cronenberg e Lynch i suoi capisaldi, ma non potrebbe mai fare a meno della follia visionaria di Sion Sono e Takashi Miike nè della poetica estrema di Park Chan-wook.
Ringraziamo Ilaria per aver accettato il nostro invito, la sua recensione è molto approfondita ed esplora non solo gli aspetti più importanti del film, ma anche i legami di continuità (e non) con la tradizione fantaclassica, rappresentata naturalmente dall'illustre progenitore e capolavoro Il mostro della laguna nera.
Buona lettura:
[CINEMA] La forma dell'acqua